Conf.a.e.l. Trasporto Aereo
Chi dimentica è complice. Cercasi Airitaly disperatamente.

Febbraio è il mese dell’anniversario della liquidazione di Airitaly, come tristemente noto agli addetti ai lavori e alle diverse testate giornalistiche che han dato voce all’ennesima sciagura dell’aviazione civile italiana.

L’11 Febbraio i lavoratori si sono ritrovati davanti al Mise a Roma, replicando con un’altra sortita il 25 a Montecitorio e parallelamente con un flash mob silenzioso nell’aeroporto di Malpensa, un deserto dei Tartari che è divenuto l’emblema di una situazione drammatica alimentata sicuramente dal Covid19, ma preesistente a causa di errate gestioni aziendali e governative.

Un breve ripasso : nel 2016 il Governo italiano stringe accordi con Qatar Airways a supporto di un progetto che avrebbe reso Airitaly un top player del trasporto del Paese, a patto che il Governo stesso MONITORASSE l’amministrazione di questo nuovo “matrimonio”; cosa che palesemente non è avvenuta, giacché dopo pochissimi anni la Compagnia è in liquidazione in bonis e i suoi 1400 lavoratori sono ora in regime di cassa integrazione con scadenza Giugno 2021. Il Covid19 è stato sicuramente il fendente finale, ma lo scenario è questo : si parla di una Compagnia aerea che dovrebbe volare ma è a terra, di lavoratori che vogliono lavorare e non lavorano, di un Paese come il nostro che non prende posizione nel rilancio di un comparto strategico quale è l’aviazione civile.

I lavoratori, nonostante il morale sia tutt’altro che alto, manifestano la loro presenza, fanno sentire la loro voce. Ieri 100 lavoratori Airitaly a Roma, 30 a Milano Malpensa, indipendentemente dalla rappresentanza sindacale individuale, chiedono ai Ministeri (Trasporti, Lavoro, Sviluppo Economico) che venga finalmente posta l’attenzione sul rilancio del trasporto aereo (estremamente collegato all’industria turistica) e la soluzione non può essere rappresentata dal solo salvataggio di Alitalia; un progetto ancora oggi del tutto traballante, costantemente tallonato dalla concorrenza straniera che non perderebbe occasione per continuare a cannibalizzare il traffico aereo italiano. I fondi stanziati per il rilancio del settore rappresentano un’occasione unica per creare una solida Compagnia di bandiera, abbracciare comparti inspiegabilmente lasciati nel dimenticatoio come la realtà cargo, dare lustro a un hub strategico per il Nord Italia come l’aeroporto di Malpensa (toc-toc, Regione Lombardia?) e non ultimo, salvaguardare le professionalità e i posti di lavoro stessi.

La strada è lunga e laboriosa, il tempo non è amico, ma la partita è tutta da giocare.

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