Il 31 Marzo 2021 decade il blocco dei licenziamenti, dal 1 Aprile assisteremo quindi ad un’impennata del numero di disoccupati che andranno a sommarsi ai 444000 posti di lavoro persi nel 2020 secondo l’Istat.
Il Governo Draghi si trova ora di fronte alla nuova insorgenza del problema e la situazione certo non è delle più promettenti tra l’incalzare delle varianti del virus e i rallentamenti nella distribuzione dei vaccini.
Dai lavoratori autonomi a quelli dipendenti, non c’è settore che non sia in condizioni di crisi. Alle tristemente note ex Ilva di Taranto, Whirlpool a Napoli ed Embraco in Piemonte si aggiungono la Pal Zileri, la ex Honeywell di Alessa e le le grandi multinazionali stesse, dalla moda alla profumeria, stanno ridimensionando la loro rete di distribuzione; il settore turistico e dei trasporti vanta il record di perdite maggiore, con un circa 90% in meno di ricavi rispetto ai tempi pre-Covid19 e in particolare, il settore aereo : dalla storica zoppicante Alitalia, aggiungiamo altre compagnie in cigs come Blue Panorama, ma un’altra destinata alla definitiva chiusura il 30 Giugno, Airitaly.
La stampa nazionale, che corra su carta o sull’etere, non le dedica sufficiente attenzione (vai a sapere perché…). La livrea di Alitalia è protagonista e siamo tutti d’accordo, dal marchio storico alle cifre dei suoi dipendenti. MA IL RESTO?
Vengono inviate pec, email, lettere, si cerca di raggiungere l’attenzione di qualsiasi organo politico con nessun particolare riguardo verso l’appartenenza partitica perchè, diciamocelo chiaramente, stiamo già diventando esperti di colori e Pantone.
Si chiede a gran voce l’intervento delle Regioni maggiormente coinvolte come la Lombardia e la Sardegna, dei Ministeri del Lavoro, Trasporti e Sviluppo Economico : tre sostantivi molto curiosi a vederli assieme e ad associarli ad Airitaly. Se doveste lasciarla chiudere e scomparire, verrebbe meno il Lavoro di 1400 dipendenti, il servizio di Trasporto aereo che la Compagnia garantiva e ci sarebbe un’inversione anziché uno Sviluppo Economico già che oltre all’aerolinea si abbatte anche un indotto notevole (solo a Malpensa, il 30%).
E non dimentichiamo la famosa promessa di “vigilanza” del Governo Renzi sul patto Qatar Airways – Airitaly. Avremmo fatto meglio a fidarci dell’ispettore Gadget.
Egregio “Governo dei migliori”, lo sappiamo che la situazione è drammatica e che abbiate notevoli gatte da pelare, ma non dimenticateci. Non perpetuate nell’indifferenza e nel silenzio.
Non stiamo chiedendo la luna e nemmeno Marte che va tanto di moda, stiamo chiedendo soluzioni per la nostra occupazione, ci sono diversi dossier e diverse strategie da poter attuare se solo ci deste occasione di sederci a un tavolo e discuterne.
Servono competenze, dialogo, investimenti per costruire una soluzione. Possiamo trovarla.
Nadia Morgese